martedì 26 aprile 2011

IL FRUTTO DELLA PESCA, SIMBOLO E LEGGENDA.


In Cina e più in generale in Oriente, questo frutto è portatore di un significato simbolico che ben è introdotto dalla leggenda intitolata” IL MONTE DELLE PESCHE SACRE ”.

Il racconto popolare è ambientato sul monte Sondo. Cima situata ad ovest di Kyongiu, attualmente nella Corea del sud. La salita richiede circa un ora e mezza di cammino. Il nome Sondo ha delle implicazioni interessanti giacché, nella lingua del luogo, “do” significa pesca e “son” soprannaturale. Continua a leggere nel blog di RARI e ANTICHI

Statua in porcella policroma raffigurante il Dio della longevità chiamato SHOU XING, prodotto in Cina durante la dinastia Qing nel regno Jiaqing, dal 1796 al 1820


IN ACCORDO CON LA LEGGE 22/04/1944 NUMERO 633, CONSOLIDATA NEL 2008, SULLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE, L’INTERO CONTENUTO DI TESTI, IMMAGINI E SUONI PUBBLICATO IN http://maremagnumeu.blogspot.com/ E’ PROPRIETA’ PRIVATA, SALVO QUANDO DIVERSAMENTE SPECIFICATO. NE SONO STRETTAMENTE PROIBITI, LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, E QUALUNQUE ALTRO USO SENZA ESPLICITA AUTORIZZAZIONE. OGNI ABUSO SARA’ PERSEGUITO A NORMA DELLE LEGGI VIGENTI.

lunedì 18 aprile 2011

LA BENDA un romanzo scritto da Felice Champsaur

LA BENDA di Felice Champsaur



FRONTESPIZIO DELL'OPERA DI FELICE CHAMSAUR INTITOLATA " LA BENDA "
CON ILLUSTRAZIONI DI RAPHAEL IRCHNER



( Narrativa Prima edizione italiana Illustrato da Raphael Kirchner Matrimonio collana “Capolavori dell’Umorismo” ) Felice Champsaur LA BENDA Milano Casa Editrice Sonzogno Senza data (1920) in 16° ( 18,3 x 12,4 cm ) pp. 362 con 326 illustrazioni stampate in color nero nel testo e nei margini bianchi Rilegatura con piatti in carta marmorizzata e angoli



 
ILLUSTRAZIONI DI RAPHAEL KIRCHNER PER IL LIBRO DI FELICE CHAMSAUR INTITOLATO " LA BENDA "


Félicien Champsaur, 1858 – 1934, fu un giornalista e scrittore, prolifico autore di molte opere di narrativa, uno degli esponenti della corrente artistica e letteraria del Modernismo.


 
ILLUSTRAZIONI DI RAPHAEL KIRCHNER PER IL LIBRO DI FELICE CHAMSAUR INTITOLATO " LA BENDA "




L’autore delle illustrazioni, alcune spiccatamente licenziose, è Raphael Kirchner, Vienna 1876 – New York 1917. Pittore e illustratore, studia all’Accademia di Belle Arti di Vienna, nel 1900 si trasferisce a Parigi, dove inizia la sua attività di illustratore di libri e cartoline, nel 1914 si trasferisce a New York.

ILLUSTRAZIONI DI RAPHAEL KIRCHNER PER IL LIBRO DI FELICE CHAMSAUR INTITOLATO " LA BENDA "



Il libro era presentato nelle novità librarie dalla Casa Editrice Sonzogno con queste parole “ LA BENDA di Felice Champsaur, L. 4.50, Romanzo nel quale scintilla tutto l’umorismo francese, libero, sottile, motteggiatore, arguto. Una gaia e interessante corsa attraverso lo vita del giorno con un senso comico che investe gli uomini e le cose.”

Dalla prefazione

Questo libro sereno, la benda, si distacca da altri lavori dello stesso autore, per la comicità esuberante, che serpeggia attraverso la trama

Questo romanzo, la benda, prende la sua comicità da una cosa spesso molto triste, il matrimonio. Se non che, invece di finire male finisce bene: è un libro molto francese



ILLUSTRAZIONI DI RAPHAEL KIRCHNER PER IL LIBRO DI FELICE CHAMSAUR INTITOLATO " LA BENDA "


Angelo Nessi, Locarno, 1873 - 1932. Scrittore, poeta e librettista si ispirò al romanzo La Benda di Champsaur per scrivere il libretto I1 velo azzurro, in tre atti (1919).



in http://www.maremagnum.eu/

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venerdì 15 aprile 2011

APPUNTI SULLA MAIOLICA

APPUNTI SULLA MAIOLICA


Chi sa, fa. Chi non sa, insegna


La maiolica è un prodotto ceramico, una terracotta ricoperta da smalti stanniferi o piombiferi.

Anticamente, i vasai, usavano l‘espressione “ dar di maiolica “, con il significato di “ rendere lucente la superficie “ del manufatto in lavorazione, operazione che avveniva per mezzo dell’applicazione dello smalto, allo stato liquido, e con la successiva cottura.

Il rivestimento a smalto piombifero, chiamato vernice o cristallina, rende la superficie della ceramica trasparente e con un aspetto vitreo. Il rivestimento a smalto stannifero genera una superficie opaca.

L’ingobbio, chiamato anche intonacatura, è una tecnica di lavorazione della maiolica dove l’impasto ceramico è ricoperto da un velo di terra bianca o colorata che ricopre e nasconde l’argilla e che a sua volta sarà ricoperto con lo smalto. Peculiarità di questa lavorazione è la possibilità di incidere sulla superficie ceramica un disegno ad ornamento che prenderà forma dal colore dell’argilla sottostante, questa tecnica decorativa si chiama graffito. Le ceramiche realizzate con la tecnica dell’ingobbio si possono trovare definite anche come Bianchetti o Mezza maiolica.

Il rivestimento, a smalto o a ingobbio, ha funzioni pratiche e estetiche. Le prime perché rende impermeabile la terracotta e ne elimina la porosità, le seconde perché leviga la superficie e la rende brillante.

L’argilla veniva modellata, fatta essiccare  e sottoposta a una prima cottura, in forno, a una temperatura compresa fra i 960° e i 1030° Centigradi. Questa operazione creava il “biscotto”, quest’ultimo veniva immerso nella coperta, un liquido biancastro, alla base della realizzazione della coperta lucida, fatto asciugare e, quando richiesto, decorato con colori in grado di resistere al fuoco. Segue una seconda cottura, a 900° Centigradi, con questo secondo ingresso nel forno, si assiste a una cottura che fonde fra loro i colori, l’invetriatura e la superficie porosa del biscotto, creando un pezzo ceramico, pronto all’uso, con aspetto lucente, levigato, colorato e compatto.

La cottura in forno è di due tipi “ a gran fuoco “ o “ a piccolo fuoco “ detta anche a “ terzo fuoco “. Il primo tipo è usato per decorare il biscotto, dopo averlo immerso nello smalto stannifero, con dei colori capaci a resistere alle alte temperature, in antichità, il verde, giallo, blu, rosso e viola manganese. Per i colori che non resistono alle alte temperature, si procedeva a sottoporre il pezzo a tre differenti cotture, di cui la terza a temperatura minore; se in questo modo si assiste all’arricchimento della tavolozza cromatica, di contro si rendono le superfici meno resistenti all’usura, perché viene meno quella fusione fra gli elementi permessa dalla tecnica“ a gran fuoco “.

La maiolica nacque nell’oriente islamico e probabilmente si diffuse, in Italia, nel 1115, quando i pisani, conquistarono l’isola di Maiorca, nella penisola ebbe grande produzione e diffusione nella città di Faenza, tanto che la parola faenze è diventata, nel tempo, un sinonimo di maiolica.




IN ACCORDO CON LA LEGGE 22/04/1944 NUMERO 633, CONSOLIDATA NEL 2008, SULLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE, L’INTERO CONTENUTO DI TESTI, IMMAGINI E SUONI PUBBLICATO IN http://maremagnumeu.blogspot.com/ E’ PROPRIETA’ PRIVATA, SALVO QUANDO DIVERSAMENTE SPECIFICATO. NE SONO STRETTAMENTE PROIBITI, LA RIPRODUZIONE, ANCHE PARZIALE, E QUALUNQUE ALTRO USO SENZA ESPLICITA AUTORIZZAZIONE. OGNI ABUSO SARA’ PERSEGUITO A NORMA DELLE LEGGI VIGENTI.

lunedì 11 aprile 2011

MARIO SOMASCA PITTORE BUSTESE

MARIO SOMASCA PITTORE

Mario Somasca nasce a Busto Arsizio nel 1911 e lì muore nel 1952. Allievo di Silvio Bicchi, fu soprattutto paesista di notevole sensibilità, attento alle correnti artistiche allora dominanti, alcuni olii risentono del clima di Novecento, mentre altri sembrano avvicinarsi con convinzione alle esperienze dei chiaristi milanesi.
Personalità tra le più vivaci ed interessanti, ancorché non del tutto conosciuta e studiata, nell’ambiente alquanto stagnante di Busto Arsizio. Fu amico di artisti e di  poeti, fra questi Walter Vedrini, e dopo la guerra aprì la prima vera galleria d’arte a Busto Arsizio.

Tratto da “Rassegna di vita bustese 1920 -1940” a cura di Giuseppe Pacciarotti, Amici del liceo 1989



IN VALMALENCO - olio su tavola del pittore Mario Somasca



IN VALMALENCO - Il quadro è  opera certa del pittore Mario Somasca, Busto Arsizio, Varese 1911 – 1952, rappresenta un paesaggio alpino in Valmalenco in Provincia di Sondrio, Olio su tavola, 51 x 36 cm, in cornice coeva, al retro manoscritto in inchiostro il titolo e l’anno ( 1945 ) e una dedica dell’autore “ All’amico d’infanzia Rino Cattaneo in occasione delle sue nozze Ottobre 1946 “.